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Luciano Ventrone
“Lo studio della pittura non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale ma, astrattamente.”
Luciano Ventrone nasce a Roma nel 1942 dove frequenta il liceo artistico e, dopo il diploma conseguito nel 1964, si iscrive alla facoltà di architettura che frequenterà sino al 1968, anno in cui decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura.
Il percorso della sua pratica artistica, lungo quasi sessant’anni di attività, parte dagli esordi con le sperimentazioni geometriche, passando per l’informale e l’arte programmata, fino alla sua lunga ricerca sui vari aspetti della Natura con il suo personale “realismo-astrattismo” per il quale è diventato famoso in tutto il mondo. Come l’artista ripeteva spesso: «Lo studio della pittura non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale, ma astrattamente». È questa sua ricerca dell’invisibile che ha destato nei decenni l’attenzione di critici e storici dell’arte, da Federico Zeri a Giorgio Soavi, Roberto Tassi, Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Marco Di Capua, Antonello Trombadori, Edward Lucie-Smith, Angelo Crespi, Beatrice Buscaroli, Evgenia Petrova, Victoria Noel-Johnson.
Luciano Ventrone si è spento nella sua Collelongo (AQ) il 16 aprile 2021.
La Casa-Museo di Luciano Ventrone svetta a Collelongo (AQ), un grande borgo che rappresenta un’importante meta turistica sia per la sua eredità archeologica sia per la sua posizione geografica compresa nei limiti di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Collelongo è caratterizzato da ampi scorci naturali di rilevante interesse biologico e paesaggistico con una variegata presenza floristica e faunistica. È un’isola in mezzo alla storia e alla natura che offre ai suoi abitanti e ai numerosi visitatori una risposta completa alle esigenze di cultura e tempo libero, senza rinunciare ai piaceri della buona tavola.

Il Catalogo generale ragionato dell’opera di Luciano Ventrone, edito in italiano e inglese da SKIRA con distribuzione internazionale, è il risultato di una continua ricerca e studio dei temi iconografici e dei diversi periodi stilistici del lavoro dell’artista svolti dall’Archivio della sua opera incardinato presso la Fondazione. Il volume è bilingue italiano/inglese, composto da 496 pagine a colori, formato 28 x 24 cm, con le immagini di 850 opere, distribuito in italia da PDE/Messaggerie e nel resto del mondo da Thames and Hudson.
Coloro che desiderassero acquistare il Catalogo generale ragionato scontato in prevendita possono contattare la segreteria organizzativa della Fondazione


Tra gli artisti italiani maggiormente conosciuti a livello internazionale, nasce a Roma nel 1942 dove frequenta il Liceo Artistico. Dopo il diploma conseguito nel 1964, si iscrive alla facoltà di Architettura che frequenterà sino al 1968; in quell’anno, deciderà di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura. Luciano Ventrone ha esposto nei più importanti musei e gallerie internazionali, da Roma a Milano, da Londra a Singapore, da New York a Mosca e San Pietroburgo. Ventrone dimostra da sempre la sua abilità nel trattare i colori e la pittura. Nella sua tecnica la fotografia è un punto di partenza, un punto dal quale parte l’astrazione del soggetto che si priva del suo essere materia per essere vissuto solo attraverso la luce. Ventrone è in grado di cogliere dettagli non visibili all’occhio umano. Nelle sue opere l’artista crea mondi suggestivi carichi di vissuti e di emozione. La scelta dei soggetti lo lega ai grandi pittori del passato, tuttavia è la sua attenzione per l’applicazione della pittura, il suo trattamento del colore e della luce che lo pongono tra i contemporanei. Muore a Collelongo (AQ) nell’aprile del 2021.
“Lo studio della pittura non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale ma, astrattamente.”